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01
Alchimie
Giovanni Pico della Mirandola, Dialogo tra Dio e Adamo (1486): “Non ti diedi né volto, né luogo che ti sia proprio, né alcun dono che ti sia particolare, o Adamo, affinché il tuo volto, il tuo posto ed i tuoi doni tu li voglia, li conquisti e li possieda da solo. La natura racchiude altre specie in Leggi da me stabilite, ma tu non soggiaci ad alcun limite, col tuo proprio arbitrio al quale ti affidai: tu ti definisci da te stesso. Ti ho posto al centro del mondo affinché tu possa contemplare meglio ciò che esso contiene. Non ti ho fatto né celeste né terrestre, né mortale né immortale, affinché da te stesso, liberamente, in guisa di buon pittore o provetto scultore, possa plasmare la tua immagine.” _ Prologo de L’Opera al Nero (1968) di Marguerite Yourcenar
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02
Giochi del destino
Il gioco dei Tarocchi è un gioco di carte che iniziò a diffondersi in Italia nella prima metà del ‘400, per poi diffondersi rapidamente in tutta Europa. All'inizio, i Tarocchi erano usati in giochi con regole molto vicine a quelle degli Scacchi e proprio per questo loro carattere “ingegnoso” furono omessi dalle ordinanze contro i giochi d’azzardo emanate nel ‘400. A quell’epoca l’uomo era concepito come un “Micro Cosmo”, identico per struttura nonché contenuto all’Universo, e proprio su tali presupposti avvenne la rivalutazione della magia, dell’astrologia e dell’alchimia: scienze che avrebbero potuto aiutar l’uomo a ca(r)pire i segreti legami che mantengono unito l’universo ed influiscono sul comportamento umano. [A. Vitali] _ Il passo, in fondo, fu poi breve.
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GIOCHI DEL DESTINO N. 01 [video]
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GIOCHI DEL DESTINO N. 11 [video]
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03
Luoghi di tutti
Il Signore scese a veder la città e la torre che gli uomini stavano costruendo e disse: "Ecco, gli uomini sono un sol popolo e hanno tutti una lingua sola. Questo è l'inizio della loro opera e quanto hanno in progetto di fare non sarà più impossibile. Confondiamo la loro lingua: che non comprendano più l'uno la lingua dell'altro!". Allora, gli uomini cessarono di costruir la città che proprio per questo si chiamò Babele: perché là il Signore confuse la lingua di tutta la Terra e di là il Signore disperse gli uomini su tutta la Terra [Genesi, 11]… per evitare che costruissero altri e nuovi “luoghi comuni” con la speranza di toccar il cielo. Gli uomini, tuttavia, non hanno mai smesso di farlo. Fortunatamente, di comune, (oltre al cielo) abbiamo ancor la Musica...
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04
Stelle danzanti
Il cielo, si sa, appartiene agli Dei (...e alle Gru): per gli antichi, tuttavia, il cielo era anche il luogo delle forze e dei meccanismi che regolano "l’agir degli uomini". Prima che l’Astro-nomia nascesse come scienza, i Greci (ed ancor prima gli Egizi) avevano mostrato di possedere una precisa visione Astro-logica degli eventi celesti, una visione rintracciabile non solo nei modelli d’orientamento o nelle teorie musicali, ma anche nelle visioni del mondo dei grandi poemi epici. Proprio di queste ultime, noi s’è fatto colpevole azzardo sui mercati finanziari. Nostri complici, loro malgrado: Euripide, Friedrich Nietzsche, Ivano Fossati e Gioachino Chiarini.
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05
Tempi degli altri
Il tempo "segna" l’uomo, ma anche l’uomo da sempre "segna" il tempo: rappresentandolo in infinite forme, dividendolo in porzioni sempre più piccole e precise, movendo dai grandi cicli cosmici, passando attraverso la regolarità delle stagioni, spingendosi al millesimo di secondo e probabilmente anche oltre, in futuro. Eppure, la miglior definizione del tempo la diede forse Eraclito ben 2500 anni fa: il tempo è un fanciullo che gioca spostando i dadi. Comunque sia, sul tempo “la storia del pensiero ha disegnato un prezioso labirinto nel quale è affascinante addentrarsi” [R. Carretta]: i problemi, purtroppo, ed in particolare negli investimenti, sorgono quando gli altri riescono ad impadronirsi di quel tempo che credevamo ormai nostro...
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06
Strategia della gru
Quella della Gru in battaglia è una strategia molto raffinata che s'accompagna a movimenti alquanto eleganti. Il principio di fondo è quello della "morbidezza": mai opporsi all'attacco di un nemico con blocchi rigidi, meglio difendersi cedendo, per contrattaccar subito dopo in maniera inattesa dall'avversario. Uno stile, insomma, che coniuga in modo sapiente azioni morbide ed elusive con altre esplosive e devastanti, in una combinazione armoniosa e perfetta dei principi yin e yang. Un antico proverbio cinese ci rammenta che "la sola forza dura, in realtà, non dura mai a lungo" e "senza una grande energia interna non s'avrà praticamente mai nulla di stabile dalla vita". La Gru avrebbe molto da insegnare a noi investitori.
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07
Il buon vicinato
Quella del “buon vicinato” è la regola (sempre che possa davvero definirsi tale) di “una scienza che non ha nome”, di una scienza che fa del superamento d’ogni disciplina, di cui essa stessa s’avvale, necessario metodo per potersi mantenere in moto perpetuo. Una scienza che, nel suo approssimarsi ad un particolare “fenomeno culturale” (come ogni nostro investimento, in fondo, potrebbe dirsi), sa bene, e da subito, che potrà comprenderlo soltanto se non prescinderà dall’insieme di cui quello è una parte. Sarà, insomma, un andare e venire, dal particolare al tutto e dal tutto al particolare, che non potrà comunque mai tornar al proprio punto d’avvio perché la sua prospettiva si farà sempre più ampia. Una spirale, dunque, non un circolo vizioso.
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08
News letter
Da sempre l’uomo crea immagini per meglio orientarsi nel mondo: le immagini esorcizzano la paura del disorientamento. Quel che si conosce (o si suppone di conoscere) fa meno paura e le immagini ci aiutano a ri-conoscerlo ancor più facilmente. Col tempo, l’uomo ha creato modelli sempre più grandi attraverso i quali riconoscere e con ciò orientarsi. E’ accaduto così anche sui mercati finanziari, seppure un po' troppo spesso con risultati alquanto incerti.In primavera le gru migrano: dal Sud più profondo al più remoto Nord. In autunno, il percorso è inverso. Le Gru non solo riconoscono, ma dominano: tanto lo spazio quanto il tempo.
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CODICE ROSSO (31.01.2020)
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09
Labirinti
La dea Meti, la prima sposa di Zeus, è la personificazione della saggezza nonché dell’astuzia, e la Métis, a propria volta, non è altro che la “capacità di uscir dal labirinto" (come dire, insomma, da un problema o da una difficoltà apparentemente insuperabili) e s’apprende solo praticandola. D’altronde, la Métis presiede tutte le attività in cui la persona deve apprendere a superare forze ostili, che paiono troppo potenti per esser controllate direttamente. Il nostro aiuto deve consistere proprio in questo: nel far ritrovare la Métis... la capacità, la forza e la voglia di superare ed accettare tutto ciò che, in fondo, insuperabile ed inaccettabile non è mai.
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10
Aby warburg
Anche volendo, Aby Warburg non avrebbe mai potuto essere "una persona come molte altre": apparteneva, infatti, ad una delle famiglie finanziariamente più potenti al mondo. Forse non è noto a tutti, ma nei primi anni del '900 il mondo dell'alta finanza era egemonizzato da quattro famiglie: i Rockefeller, i Morgan, i Rothschild e... i Warburg. Aby era il primogenito: per diritto ereditario, avrebbe dovuto assumer lui il ruolo principale nell'azienda di famiglia. La leggenda, tuttavia, vuole che all'età di 13 anni Aby abbia scelto di cedere tale diritto al fratello Max, in cambio d'una biblioteca quasi infinita: prendeva così avvio una piccola rivoluzione culturale...
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Accademia
Gli autori antichi narrano che, nel posarsi in acqua, le Gru disponessero, tutt'intorno al gruppo, delle sentinelle incaricate di avvisare il branco al minimo apparire d'un pericolo. Alcuni autori si spinsero persino ad affermare che le Gru incaricate di vigilar sulla sicurezza delle altre fossero solite posarsi su una sola zampa, tenendo invece nell'altra una pietra d'oro: si fossero addormentate, infatti, la pietra sarebbe caduta in acqua ed il suono prodotto avrebbe finito per metter sull’allerta tutte le altre. Nel XII E XIII secolo, l'Araldica europea ha assegnato il nome di "vigilanza" alla pietra d'oro che la Gru teneva nella zampa sollevata. Alla Scuola di Atene, Platone avrebbe potuto citar la Gru qual esempio per la Classe dei Custodi...
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ACCADEMIA N. 00 [05-10-2015]
ACCADEMIA N. 01 [05-10-2015]
ACCADEMIA N. 02 [05-10-2015]
ACCADEMIA N. 03 [05-10-2015]
ACCADEMIA N. 04 [08-11-2015]
ACCADEMIA N. 05 [08-11-2015]
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I fili di arianna
La Filosofia non è altro che “l’arte di porre e porsi domande”. A priori, tuttavia, nessuno sa se da tali domande si potranno poi trarre le risposte che s'andava cercando: in fondo... si tratta solo di porte sul cielo.
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Ermeneutica e mercati
Heidegger, per un gioco del pensiero ben più vincolante del rigore della scienza, fu il primo a connettere il nome di Ermes con l’Ermeneutica. Considerare quest’ultima solo quale “tecnica d’interpretazione” era, per lui, fuorviante: se un evento è quel che si manifesta, “quel che si dis-vela”, allora la ricerca della verità deve esser intesa come “dis-velamento” e l’Ermeneutica, a propria volta, come un mettersi in cammino verso tale dis-velarsi. Un cammino che, tuttavia, non può esser quello della scienza (i suoi calcoli non s-velano alcunchè!), perché la parola che può svelare è solo quella dei poeti e dei profeti. S-velar gli eventi di mercato è un’impresa la cui difficoltà può ovviamente render vano il tentativo, non di certo l’intenzione che lo sostiene.
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ERMENEUTICA e MERCATI del 30.01.2018
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Paroleventi
La verità è qualcosa che soltanto uno sguardo coinvolto, uno sguardo che “ci crede”, o che quanto meno è disposto a crederci, può vedere. L’evento, in fondo, esiste solo per coloro che si riconoscono in esso: perchè non potrà mai esservi alcun "evento" per chi non è disposto a farsi coinvolgere. Senza alcun coinvolgimento personale, la mera descrizione delle cose alla fin fine non produrrà alcun autentico effetto su chi se ne sentirà solo sfiorato. Per tutti loro, insomma, si tratterà di semplici “parole al vento”. Per tutti loro, certo, ma non per tutti noi.Ci stai, tu, a lasciarti coinvolgere dai nostri eventi e dalle parole che li descrivono?... [a breve]
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Impara l'arte
“Che fa Prometeo, allora? Chiama le Arti, queste prime ed eterne istitutrici e conservatrici della società, e le invita ad accender del loro desìo ed amore il petto di quegli esseri miserandi. (…) Desioso Prometeo di dar principio di qui alla sua opera, esamina attentamente il core delle Arti, e ben veggendo non esser possibile che l’uomo apprenda tutti in una sola volta i loro magisteri, ne sceglie per ora le più necessarie, l’Agricoltura e l’Architettura, e insieme con esse incomincia ad ammaestrare i nuovi alunni...” _ Rispetto agli albori dell’umanità, oggi stiamo certamente meglio, ma è ancor sempre di Arti che, in fondo, noi s’ha bisogno: l’Arte di porsi domande e l’Arte di ascoltare (ma non solo le risposte), anzitutto...
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La danza della gru
Il danzare delle Gru in cielo, l’armonico loro viaggiare in sintonia con le stagioni e col cosmo, risponde ad una necessità: le Gru migrano per non rimanere in una condizione che si farebbe vieppiù insostenibile e conquistare, così, una nuova condizione, adatta alla riproduzione e alla vita. Migrando, infatti, le Gru si rinnovano: come se passassero da uno stato di morte ad uno di rinascita. Il loro volar alto è quasi una metafora dell’uscir da una trappola che si pensa, ormai, senz'uscita, da un labirinto cui è impossibile sfuggir se non proprio imitando il volo della Gru. La danza a spirale inscenata da Teseo, e dai danzatori che con lui si son salvati dal Labirinto, è detta “della Gru” anche perché rimanda alla sua migrazione: quella dalla morte alla rinascita.
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